Zeblade Cosmo, la recensione
Oggi sono qui per parlarvi di Zeblaze Cosmo, nuovo giocattolino acquistato per dare voce alla mia smania di wearable e sopratutto per dar credito a questo prodotto che già dalle foto in rete mi incuriosiva molto.
Ormai ai nostri polsi abbiamo sempre più gadget tecnologici, alcuni dei quali diventati fondamentali, che aiutano a controllare la forma fisica ed a tenersi aggiornati su tutto quello che passa dal nostro smartphone.
La confezione è semplice, di forma cubica, al cui interno troviamo lo smartwatch, il cavo di ricarica magnetico ed il manuale con un QR code utile per scaricare l’applicazione di gestione (sulla quale torneremo dopo).
Lo smartwatch ha una buona scheda tecnica, il processore è un MTK2502 che non brilla per velocità ma che, tutto sommato, ha nella gestione più che ottima delle risorse energetiche il suo punto di forza. Il processore è supportato da 64 MB di RAM e 128 MB di memoria ROM; è presente il bluetooth 4.0. Il dispositivo è dichiarato IP65, quindi protetto da polvere e getti d’acqua. La caratteristica principale, ed è quello che mi ha più colpito, è stato il display IPS da 1.61 pollici con risoluzione 256 x 320 pixel, che fa il suo dovere nella maggior parte dei casi, calando, però, vistosamente sotto la luce diretta del sole, quando si fatica a vedere le varie notifiche, anche con la luminosità regolata al massimo.
Presente il lettore di battito cardiaco, il quale dopo svariati test si è dimostrato inaffidabile e, sostanzialmente, legato ad una mera questione di marketing. Il suddetto sensore non viene attivato in modo automatico con rilevazioni spot, ma deve essere avviato manualmente, finendo per essere abbandonato o relegato a “funzione rompi ghiaccio con gli amici”.
Vicino al sensore del battito cardiaco troviamo quattro pin che servono ad agganciare in modo magnetico il cavo di ricarica; l’aggancio è possibile solo in un verso e capita spesso che la presa non sia delle migliori, costringendo a ricaricare l’orologio a faccia in giù. La ricarica è molto veloce, con una batteria da 250mAh che, supportata da un processore non particolarmente esoso di risorse, arriva tranquillamente, con un uso medio, a sera (21.30).
La qualità costruttiva è assolutamente da elogiare, non sembra un prodotto da 60 €; da apprezzare la possibilità di sgancio rapido dei cinturini, che si possono sostituire con altri modelli di nostro gradimento, vista la misura standard di 22mm. Durante i primi giorni di utilizzo intenso, si è comportato bene; non ha presentato segni di alcun tipo anche sul vetro, contrariamente a quanto temevo, confermando le prime impressioni relative alla costruzione ed ai materiali.
La Companion app è forse la parte più problematica di questo Zeblaze. la versione fatta scaricare dal QR Code è la FunDo, prontamente sostituita con Mediatek SmartDevice, che non presentava i tanti evidenti problemi di stabilità che ho riscontrato su FunDo (premetto che il tutto è stato provato con un Nexus 6p con Android 6.0.1). Con l’applicazione è possibile scegliere se ricevere o meno la notifica di quella specifica applicazione e personalizzare il lettore musicale.
La pura parte fitness ha riservato problemi seri. Sono uscito per la mia solita corsetta con al polso un Garmin Vivosmart, un TomTom Spark e, appunto, lo Zeblaze Cosmo. Morale: su 9.37km percorsi segnati dal Garmin (il TomTom l’ho attivato tardi, mia dimenticanza), il Cosmo ha segnalato appena 4 km percorsi, con un consumo calorico di 665 Kcal per Garmin, 571 TomTom (partito tardi) e appena 240 per il Cosmo. Il software di gestione dell’attività sportiva si limita solo ad un pedometro da far partire manualmente, il quale il più delle volte segna male e come abbiamo visto è inaffidabile.
Il software che troviamo all’interno del wearable è proprietario e si gestisce tutto in maniera fluida. Il menu si scorre in vista verticale, le varie voci sono selezionabili con un tap. Lo smartwatch, come detto, permette di ricevere notifiche da tutte quelle applicazioni che abbiamo precedentemente selezionato dallo smartphone. Purtroppo non permettono nessun tipo d’interazione; alla ricezione di una notifica saranno mostrati, nel migliore dei casi, tre scelte: Apri – Elimina – Blocca. Il comando “apri” fa solamente da rimando al telefono, permettendo solo di leggere la notifica. La voce Siri è un rimando a Google Now, che di serie non funzionerebbe ma che grazie ad un programmino sempre reperibile sul Google Play Store, di nome BT Gnow, è facilmente configurabile, permettendo di far partire Google Now con un tap. Una menzione alla capacità dell’orologio di ricevere ed inviare chiamate; la qualità telefonica non è male, a patto di rimanere in un ambiente non troppo rumoroso e di avere il telefono sempre vicino, poiché il bluetooth tende a disconnettersi e non sempre riuscirà ad effettuare un successivo pairing. La parte di personalizzazione praticamente non esiste; ci sono pochissime watchfaces e si finirà per scegliere sempre le solite due (che ho messo in galleria). Si possono personalizzare i suoni di chiamata che quelli di notifica, ma anche qui con suoni alquanto discutibili e che costringeranno a lasciare quelli di default. L’intero menu si sviluppa in verticale, facilmente attivabile con uno swipe da destra verso sinistra mostrando le applicazioni proprie dello smartwatch.
In conclusione mi sento di consigliare questo prodotto solamente a chi necessita uno smartwatch solo per togliersi lo sfizio e per visualizzare (ma non rispondere) le notifiche o a chi voglia fare e ricevere qualche sporadica chiamata senza dover utilizzare lo smartphone. Per chi invece pensa di usarlo intensamente, anche solo come interazione con le notifiche, consiglio di pensare ad altri prodotti. A cifre poco più alte, si prendono wearable molto più completi. Vi lascio ad una breve galleria immagini e alla prossima corsetta.