Nothing ear (1), un mese dopo su ASUS Zenfone 8
Come anticipato nell’articolo dedicato ai nuovi auricolari JBL, qualche giorno fa ho ricevuto la versione retail dei Nothing ear (1) e, un mese dopo la recensione, ho voluto verificarne i miglioramenti promessi, abbinati allo Zenfone 8 che ho in prova.
Nothing ear (1), nuovo aggiornamento e riproduzione migliorata
Dopo un mese esatto dalla recensione della prima versione dei Nothing ear (1), spedita in anteprima da Cameron Wood alle principali testate del settore, grazie a Giulia Consiglio di Now!PR, l’agenzia di riferimento in Italia per Nothing, che mi ha spedito la versione “retail” (quella in vendita per tutti) degli auricolari, ho potuto riprovare gli ear (1) e verificare così gli eventuali miglioramenti. Durante la recensione del modello arrivato direttamente dall’Inghilterra, infatti, erano emersi piccoli nei, frutto, ovviamente, di una versione del SW di gestione ancora un po’ acerbo. Da qualche giorno, quindi, approfittando del fatto di avere in prova l’ASUS Zenfone 8, li ho collegati a questo smartphone e li ho (ri)messi alla frusta. Nulla è cambiato per quanto riguarda la custodia, con tutti i suoi pregi (il design e la carica wireless in primis) ed i difetti (l’aspetto cheap della plastica).
Una volta scaricata sul Zenfone 8 l’applicazione proprietaria Ear (1) dal Play Store, i Nothing ear (1) si sono connessi in meno di tre secondi, semplicemente aprendo il case che contiene i due auricolari. Dal punto di vista grafico non ci sono cambiamenti dell’app; la configurazione si avvia automaticamente e si conclude dopo 3-4 minuti.
Subito dopo il termine della configurazione, l’applicazione ha notificato un nuovo aggiornamento; se ricordate la mia recensione del primo modello, anche in quel caso, terminato l’avvio, fu segnalata la presenza di un update. Di fatto, questo è il terzo aggiornamento che riguarda i Nothing ear (1) e qui sotto potete vedere i changelog del primo e dell’ultimo a confronto. Si nota subito che l’azienda di Carl Pei ci tiene al miglioramento costante dei suoi auricolari, visti i tanti improvements disponibili.
La voce di quest’ultimo aggiornamento che mi ha più colpito è l’ultima, che segnala il miglioramento della stabilità degli auricolari in ambiente complesso. Con il secondo update, infatti, ho dovuto constatare come i Nothing ear (1) tendessero, in maniera del tutto random, a sconnettersi brevemente dallo smartphone, indipendentemente da quale dei miei telefoni fossero collegati (abitualmente Xiaomi Mi 11 e reame GT). Durante la recensione, se ricordate, avevo segnalato fra i difetti un’unica disconnessione dallo Xiaomi Mi 11. Con l’ultimo aggiornamento 0.6700.1.68->0.6700.1.75, almeno in questi quattro giorni di prova, non si sono mai scollegati dallo Zenfone 8 durante la riproduzione/chiamata.
Anche con questo aggiornamento, però, persiste il fatto che i Nothing ear (1) non ne vogliano più sapere di connettersi contemporaneamente ai miei due smartphones. Non è certo un difetto che ne infici il funzionamento, ma per chi come me, usa due telefoni ed ha necessità di essere connesso ad entrambi, ad esempio quando sono reperibile, poter utilizzare tutti e due i dispositivi per poter essere contattabile telefonicamente in caso di necessità è un must importante. Nulla di trascendentale come dicevo, ma non riesco a capire perchè non sia possibile, visto che con il primo modello (anche se solo per le prime connessioni, poi non più) era disponibile il doppio pairing.
Nulla è cambiato nell’interazione con l’applicazione; avremo, quindi, le stesse (poche) possibilità di controllo delle modalità di ascolto (ANC e relativo livello di azione, equalizzazione) e della configurazione (separata per auricolare dx e sx) dei gesti touch che, lo ricordo, includono la possibilità di regolare il volume direttamente dagli auricolari con un semplice swipe up/down.
Ma all’ascolto cosa è cambiato in questa versione dei Nothing ear (1) in vendita presso le principali catene distribuzione dallo scorso 17 Agosto? Le prove d’ascolto, per rimanere coerenti a quanto fatto nella recensione di un mese fa, le ho svolte con gli stessi brani.
Anche in questo caso, sempre per coerenza, ho mantenuto l’equalizzazione “balanced” durante tutte le sessioni di ascolto. Non ci sono stravolgimenti della già ottima qualità dell’ascolto, ma si nota subito un palcoscenico sonoro leggermente più ampio, sia in larghezza che in altezza. In questo modo il posizionamento virtuale degli strumenti, particolarmente importante nei brani dal vivo ed in quelli di musica classica, risulta ben localizzabile e molto preciso. Si nota anche la riduzione di quella sorta di “confusione sonora” che avevo riscontrato proprio nella riproduzione di pezzi live.
Per i Nothing ear (1) il genere preferito resta quello pop/elettronico, ma in questa versione retail ho potuto registrare i piccoli ma importanti miglioramenti della riproduzione delle voci femminili (Giorgia, Madonna, Kate Bush), soprattutto nelle frequenze più alte, come se gli aggiornamenti avessero regalato agli auricolari di Carl Pei qualche decibel utile in più fra i 2000 ed i 4000 Hz. Ovviamente resta un’impressione esclusivamente personale, non avendo la possibilità di verifica con il corretto strumentario elettronico. Non ho riscontrato cambiamenti degni di nota per quanto riguardo l’ANC, che resta uno dei migliori che io abbia provato.
Anche nel comportamento in chiamata non mi sembra di aver notato grossi cambiamenti; i Nothing ear (1) permettono, grazie ai tre microfoni ed alla tecnologia Clear Voice, di sentire e di essere sentiti in modo chiaro e senza disturbi. Permane, purtroppo, l’impossibilità di utilizzare gli auricolari con i principali assistenti vocali e, di conseguenza, di impartire comandi con la voce. In quasi quattro giorni di prova, per un totale di circa 10 ore di ascolto ed una decina di chiamate, ho dovuto mettere in carica il case dei Nothing ear (1) un paio di volte. Per la precisione è giusto sottolineare che, in quest’arco di tempo, gli auricolari non si sono mai scaricati. Non si raggiungono ancora, in ogni caso, i livelli promessi dall’azienda.
Bene, siamo arrivati alla fine di questa (ri)prova dei Nothing ear (1) e, al netto di quanto di positivo evidenziato nella recensione del modello (design, qualità, stile, dotazione) di pre-serie di un mese fa, non posso che confermare il “9” in pagella ottenuto. Difficile trovare un prodotto migliore proposto ad un prezzo simile: 99€ che, non dimenticatelo, sono il miglior “value for money” disponibile al momento sul mercato. Da acquistare senza pensarci troppo, soprattutto se vi piace la musica aggressiva, ricca di bassi e percussioni elettroniche. Ringrazio, ancora una volta Giulia Consiglio di Now!PR per avermi dato la seconda occasione di provare i Nothing ear (1) di Carl Pei.