HUAWEI FreeBuds 6i, la prova del suono @TheGeekerz
C’è voluto qualche giorno più del previsto ma, finalmente, i HUAWEI FreeBuds 6i sono pronti alla prova del suono qui @TheGeekerz.
HUAWEI FreeBuds 6i, perfetti con il sound “lounge”
Chiedo immediatamente scusa a tutti gli affezionati utenti di TheGeekerz; in fase di presentazione, al cui articolo vi rimando, tramite il link, per tutte le specifiche tecniche, avevo promesso la prova del suono con i HUAWEI FreeBuds 6i in pochi giorni, il tempo che gli auricolari si “sgranchissero la componentistica” con qualche ora ininterrotta di riproduzione. Purtroppo i tanti impegni, non ultimi quelli ufficiali in ospedale, mi hanno fatto tardare e siamo arrivati fino ad oggi. Quindi non perdiamo altro tempo, sono certo che anche voi vorrete sapere come si sono comportati i nuovi HUAWEI FreeBuds 6i.
La prova d’ascolto si è svolta, come sempre quando provo degli auricolari o degli speakers Bluetooth, con la riproduzione di brani rigorosamente in altissima qualità e con il massimo del bitrate possibile. Inutile, e sono certo che ne converrete con me, avere dispositivi di qualità e farli poi suonare con MP3 a 128 Kbit/s. La prima sequenza di brani è stata riprodotta da un Greatest Hits di Ennio Morricone, in HD Audio, registrato insieme all’Orchestra Sinfonica di Santa Cecilia di Roma.
A parte l’emozione nel riascoltare brani mitici delle migliori colonne sonore composte dal Maestro, la sorpresa ha riguardato la perfetta collocazione sul palco virtuale creato davanti al mio viso grazie ad un triangolo equilatero fra i due auricolari e l’incontro del vertice dei tre cateti, degli strumenti tipici di un’orchestra. Per cui gli archi alla nostra sinistra, i fiati al centro, l’arpa in alto a sinistra, percussioni, archi da gamba e strumenti acustici alla nostra destra. Il coro, perfettamente sistemato sulla postazione centro-superiore della scena, grazie alla perfetta equalizzazione dei HUAWEI FreeBuds 6i, lascia incantati davanti alla maestosità delle voci; un componente imprescindibile delle colonne sonore di Morricone.
La prova si è svolta in casa con tutte le finestre chiuse per non subire interferenze esterne, visto che ho, ovviamente, disattivato l’ANC. Ho cominciato con “Per un pugno di dollari” e subito la chitarra che introduce il flauto (il famoso fischio iniziale) si è manifestata chiara e piena. Con un minimo di attenzione si riescono a percepire le dita che scorrono sulle corde. Nella fase più piena del pezzo, non c’è mai un momento di defaillance e, se si chiudono gli occhi un momento, sembra di vedere Clint Eastwood cavalcare davanti a noi. Per testare la zona media dello spettro musicale, quello tipico delle voci per intenderci, ho fatto partire “La ballata di Sacco E Vanzetti” con la splendida Dulce Pontes che sfodera le sue corde vocali in un’interpretazione letteralmente da brividi. Neanche i potenti gorgheggi della Pontes riescono a mettere in difficoltà le FreeBuds 6i se non nella zona più alta dello spettro, anche se non sono certo che il problema non sia il mio udito che, alla soglia dei 60 anni, ha sicuramente perso qualcosa alle frequenze più alte. Infine, mi sono goduto l’intro de “Il buono, il brutto ed il cattivo” dove il vibrato del flauto esce chiaro e pulito.
Vista l’ottima performance, sono passato al disco che vedete qui in alto, datato 1997 del gruppo Staten Island Groove. Si tratta di un ottimo ensamble di musicisti di New York (da qui il nome) che suona musica “lounge” o, per meglio definirla, “da club”. Qui basso elettrico e percussioni la fanno da padroni, con una base di tastiere che contribuisce alla corposità dei pezzi. Ovviamente, anche in questo caso, i fiati costituiscono una parte importante di ogni brano, soprattutto il sax. La sensazione è stata quella di ritrovarsi seduti in uno dei famosi Jazz Club della Grande Mela, gustandosi un ottimo bourbon e fumandosi, in questi posti è ancora permesso, un fantastico cubano. Il sax danza davanti a noi profondo e roco, ed i HUAWEI FreeBuds 6i superano la barriera fisica dei loro driver da 11 mm per portarci proprio di fronte al palco. Come si dice in questi casi… “Chapeau”!
Sono passato, quindi, alla musica dal vivo, nel rock graffiante e “bastardo” di questa registrazione a Las vegas dei Guns N’ Roses. Qui ho potuto notare qualche difficoltà; i HUAWI FreeBuds 6i hanno fatto fatica a governare l’incredibile dinamica di pezzi come Rocket Queen, Paradise City e Welcome to the Jungle. La voce in falsetto di Axl Rose, seppur chiara, tende a gracchiare un po’, segno della difficoltà degli auricolari a gestire la parte altissima, quella oltre i 15K Hertz per intenderci, dello spettro. Inoltre le chitarre di Slash e Izzy Stradlin tendono ad impastarsi un po’, mentre va un po’ meglio per la batteria, le cui pelli subiscono il “maltrattamento” di Steven Adler senza battere ciglio. Le riproduzioni dal vivo di musica rock, soprattutto quelle dove il pubblico si fa sentire, come questa che risale ai primi anni 90, mettono in difficoltà cuffie ben più pregiate delle nostre HUAWEI quindi, in ogni caso, se si ha l’accortezza di abbassare leggermente il volume, l’ascolto sarà sufficientemente chiaro.
A proposito di volume, anche dopo una decina di ore di riproduzione casuale per, come detto all’inizio, permettere alla componentistica di perdere la rigidità iniziale, lascia sempre la sensazione di mancare di qualche dB. Vero è che dobbiamo preservare i nostri preziosi timpani, ma più di una volta mi sono ritrovato con la necessità di alzare il volume del mio Galaxy S24 Ultra e scoprire che era già al massimo. In ultimo, musica disco moderna e tecno a gogò. Ecco… Questo non è proprio il campo ideale dei HUAWEI FreeBuds 6i che, come avevo intuito dopo l’ascolto dell’album di Morricone, preferiscono decisamente musica di qualità. Intendiamoci, non voglio dare etichette negative a nessun genere, tanto è vero che la discomusic dei miei tempi, che si faceva con l’orchestra, l’ascolto ha riguardato la magnifica Donna Summer e Barry White con alcuni dei loro pezzi più famosi, è filato via senza intoppi e lasciandomi addosso una bella sensazione da “La febbre del sabato sera”.
Dopo le prove senza ANC, ho riascoltato i brani con il sistema di soppressione del rumore inserito, in modalità dinamica, lasciando ai tre microfoni il compito di gestire il livello. Sono sceso in strada, nella via centrale di Nichelino, in mezzo al traffico tipico del tardo pomeriggio e anche vicino alla ferrovia. L’intervento dell’ANC, ovviamente, taglia decisamente le frequenze più alte ma, in compenso, regala una sensazione di isolamento “quasi” completo. Occhio ben attento, di conseguenza, quando li indossate camminando per strada: potrebbe essere difficile accorgersi dell’arrivo di un mezzo, anche se particolarmente rumoroso.
Infine la prova classica di chiamata che, come mi aspettavo, non ha dato alcun problema. Voce dell’interlocutore sempre molto chiara e, sempre grazie all’ANC, nessun disturbo esterno. Anche dall’altra parte della chiamata, la nostra voce arriva senza problemi, a dimostrazione dell’ottimo lavoro dei microfoni esterni.
Per quanto riguarda l’autonomia, dopo le ore di “pratica”, ho ricaricato completamente la coppia case/auricolari. L’applicazione, prima di collegarli all’alimentatore, segnalava il 5 ed il 7%, rispettivamente per auricolare Dx e Sx e 22% per la custodia. Ad oggi, dopo quasi 20 giorni, come vedete dalla foto, li ho ricaricati solo una volta e sono ancora praticamente al massimo. Segnalo che, da quando li ho provati la prima volta, i HUAWEI freeBuds 6i hanno ricevuto due aggiornamenti di sistema.
Arrivati alla fine della prova, mi sento di consigliare senza nessun dubbio i HUAWEI FreeBuds 6i a tutti coloro che amano la musica di qualità, meglio se riprodotta da orchestre di tanti elementi. Ottimo anche il comportamento con la musica leggera, meglio se ricca di percussioni e bassi importanti ma non invadenti. Prova ne sia che con la “tecno” più sfrenata o il rock più duro riprodotto dal vivo, i FreeBuds 6i hanno denotato qualche difficoltà. Peccato per quei due/tre dB di volume che mancano: ci fossero stati, la valutazione sarebbe ottima. Perfetti, invece, i HUAWEI FreeBuds 6i lo sono quando si tratta di gestire le chiamate vocali: nessun problema e soppressione del rumore in misura ideale. Huawei è riuscita nell’intento che si era proposta: migliorare i FreeBuds 5i, QUI la mia recensione, in quegli aspetti dov’erano più carenti. Ottimo lavoro!