Android è sempre indietro

Questo editoriale arriva dopo lunga riflessione e dopo un lungo confronto tra marchi ed ecosistemi. La domanda, oggi più che mai con l’avvento dei Google Pixel, che merita una risposta è: ha senso spendere più 400€ per un dispositivo Android?

Assolutamente no.

Sono un fan Android dei “primi giorni“, ho sempre avuto dispositivi con il Robottino Verde a bordo e ho sempre difeso l’ecosistema di Mountain View a spada tratta. Ma bisogna cominciare ad essere realisti e fare i conti con la dura realtà di un mercato che non perdona, soprattutto considerando quale sia il rivale numero uno: iOS di Apple.

Le differenze che contrappongono i due ecosistemi sono molte ma, almeno fra le principali, quelle da prendere in considerazione sono:

  • qualità generale
  • svalutazione
  • assistenza post-vendita
  • ecosistema

Sulla qualità generale c’è poco da dire: i top di gamma si avvicinano un po’ tutti. Da HTC a Samsung passando per Huawei, anche se un iPhone, al tatto, genera sempre una sensazione particolare.

Discorso ben diverso è quello della svalutazione, perché l’unico produttore Android che è riuscito ad arginare questo fenomeno in maniera relativamente corretta è OnePlus. I prodotti OnePlus, disponibili su store non ufficiali, hanno un prezzo più elevato rispetto a quello imposto direttamente dalla casa, un’anomalia evidente, che però assicura stabilità e garantisce all’acquirente una ridottissima svalutazione. Sui Samsung non serve dire nulla: ne arrivano talmente tanti sul mercato che le leggi della concorrenza obbligano a giocare sul prezzo e a rimetterci è l’acquirente del “day one”. Per gli altri produttori, purtroppo, il discorso non cambia molto; basta aspettare qualche mese e il risparmio è garantito. Apple invece è, sempre e comunque, un “assegno circolare”.

Sull’assistenza post-vendita si potrebbero sprecare milioni di pagine internet. Purtroppo la realtà è che Apple è fuori concorso, perché l’unica con store che offrono assistenza diretta in loco all’utente, mentre nessuno della concorrenza segue il cliente che ha speso 700/800€ per uno smartphone, in egual maniera. Tra tutte, una nota negativa per HTC, che in Italia, proprio dal punto di vista dell’assistenza, è forse la peggiore in assoluto ed una positiva per ASUS che, al contrario è sempre celere, puntuale ed impeccabile. Le altre non serve nominarle, si trovano nel mezzo e comunque non all’altezza del prezzo del prodotto venduto.

Ultima voce in elenco è l’ecosistema; sembra una cosa un po’ futile ma non è così. Uscire di casa, andare al centro commerciale e trovare una cover adatta al proprio smartphone, non è una cosa così scontata (provate a cercare una cover per HTC 10 o Nexus 6P) e su questo Apple e Samsung la fanno da padrona. Impossibile non trovare una cover per il proprio iPhone, altrettanto difficile non trovarla per il proprio Galaxy S7, anche se l’ago della bilancia pende sempre leggermente a favore di Apple. Samsung ha, dal canto suo, la capacità di inondare il mercato con tanti gadget che fanno gola (vedi le cuffie Icon X o i Gear VR) ma che soffrono dello stesso problema dei suoi terminali: la svalutazione.

Android: Pixel cosa?

Alla luce di questo, che senso ha pagare un Google Pixel 1000€? Nessuno! Un dispositivo che ha come unico valore aggiunto la garanzia degli aggiornamenti diretti da Google, che non è pensato per gli sviluppatori, che ha un parco accessori praticamente nullo, che non offre un’assistenza post-vendita diretta tramite store. Tra 6 mesi avrà un valore di mercato ridicolo rispetto al prezzo di partenza e merita di essere un flop e di rimanere sugli scaffali (semmai arriverà ufficialmente anche su quelli italiani).

In questo ultimo periodo sono successi diversi fatti che mi hanno fatto riflettere. Forse, dopo tanti anni, sono semplicemente stanco di tifare per il perdente, forse dopo tanti anni mi sono reso conto che i miei limiti si fondono con quelli imposti da Apple nel suo sistema operativo (come mi è stato fatto notare da altri) e forse sono proprio questi miei limiti a non farmi più vedere il senso del progetto Android.

Non entro nella questione del modding, perché è un mondo che ho apprezzato, amato e che mi ha dato tanto e ha dato tantissimo ad Android, ma che a 40 anni non voglio più prendere in considerazione. Non ho voglia di wippare il telefono ad ogni update o ad ogni nuova feature, non ho voglia (né tempo) di leggere pagine e pagine di discussioni su custom rom e problemi vari, non voglio avere un dispositivo a mezzo servizio e non voglio giocarmi la garanzia (già pessima) di un dispositivo pagato 500€.

Riusciranno i produttori Android a competere con Apple? NO, riusciranno solo a competere tra loro ed a rimetterci sarà sempre l’utente finale.

 

Scritto da

Malato di tecnologia della prima ora, #tecnoscimmiato per antonomasia e attento ad ogni novità che porti innovazione.

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