Amazon Echo Studio, la prova del suono @TheGeekerz

Uno speaker? Un Echo Dot gigante? Un assistente vocale? L’Echo Studio di Amazon è tutto questo, ma anche una straordinaria macchina da suono, ed è qui @TheGeekerz.

Amazon Echo Studio, uguale a se stesso ma diverso

Meglio essere chiari fin da subito: rispetto al modello precedente, datato 2019, questo Echo Studio di Amazon cambia solo per la disponibilità del colore bianco, come il modello che mi è stato mandato in prova. Avessi dovuto scegliere avrei preferito quello classico, colore antracite ma, dopo qualche giorno di spostamenti vari per trovargli la posizione migliore, posso dire che anche in questa tinta non è male. Forse l’unica pecca è che si nota di più la polvere, per cui si è costretti ad usare il piumino una volta in più, nulla di particolarmente pesante in fondo. L’Echo Studio non è uno speaker che passa inosservato, a partire dalle sue dimensioni. Parliamo di quasi 20 cm di altezza, 17 di diametro e ben 3,5 Kg di peso, da tenere in conto quando sceglierete il posto dove sistemarlo. 

All’interno di questo bel “fustacchione” troviamo ben cinque altoparlanti: un woofer da 5,25 pollici montato rovesciato che funziona in bass-reflex grazie all’apertura sul frontale del corpo. Ricordo che con questo sistema, l’altoparlante non emette direttamente all’esterno le onde sonore ma, appunto, sfrutta il condotto del bass-reflex per un’emissione migliore. Posizionato sulla parte frontale, più o meno a metà del corpo, troviamo un tweeter da 1 pollice, mentre sui due spazi laterali e su quello superiore, trovano posto tre midrange da 2 pollici. Il tutto per una potenza nominale di circa 330 Watt.

Una volta trovata la posizione ideale, alla prima accensione, dopo aver configurato la connessione Wi-Fi, l’Echo Studio analizza l’ambiente per creare la curva di equalizzazione migliore. La tecnologia di elaborazione dell’audio spaziale è stata progettata per adattarsi alle caratteristiche acustiche di Echo Studio: la tecnologia upmixing dell’audio stereo e la virtualizzazione spaziale creano un suono immersivo con qualità da studio, per la musica e il sistema Home Theater. Grazie alla sua tecnologia di adattamento all’ambiente, Echo Studio analizza automaticamente l’acustica della stanza e regola continuamente la riproduzione per un suono ottimale, in qualsiasi luogo sia posizionato.

Devo dire che, anche a causa dei tanti spostamenti cui l’ho sottoposto, il “fustacchione” ha sempre trovato la configurazione audio migliore in pochi secondi. Pur essendo in grado di riprodurre una sorta di “audio spaziale” e Ultra HD lossless, solo se si dispone dell’abbonamento Amazon Music Unlimited, giusto ricordarlo, non si può parlare di vero audio Hi-Fi. L’Echo Studio ce la mette tutta per ricreare una sorta di stereofonia virtuale, ma le leggi della fisica non si possono cambiare e per godere del vero “effetto stereo” bisogna dotarsi di due speaker. Devo dire, in ogni caso, che il risultato ottenuto è migliore di qualsiasi altro speaker io abbia provato e la capacità di analizzare continuamente l’ambiente circostante è la vera marcia in più di Echo Studio. Se collegato alla Fire TV Stick o Cube come quella che ho recensito qualche giorno fa, può fungere da ottima soundbar o, con l’aggiunta di ulteriori altoparlanti, da altrettanto ottimo sistema Home Theater. 

Nella zona posteriore troviamo, oltre alla presa per l’alimentatore, una porta micro USB utile per collegare un eventuale lettore di schede di memoria ed un ingresso Line-In che sfrutta il sistema cavo ottico mini-TOSLINK ed il classico mini jack da 3,5 mm.

Sulla parte superiore troviamo i tasti del volume, quello per escludere il microfono ed il tasto funzione, che si aziona quando non si vogliano utilizzare i comandi vocali. Inoltre può collegarsi via Bluetooth a qualunque dispositivo abilitato per la riproduzione in streaming dei contenuti memorizzati. Oltre a ciò, l’Amazon Echo Studio è in grado di riprodurre i contenuti multimediali come podcast ed audiolibri di Amazon Music, Apple Music, Spotify, Deezer ed altri servizi musicali.

Ovviamente si può interagire con Echo Studio anche attraverso l’applicazione di Alexa che permette di gestire tutte le impostazioni audio e di connessioni con il mondo domotico della casa sfruttando i sistemi Zigbee e Matter. Inoltre, come tutti i prodotti che supportano l’assistente vocale Alexa, sarà possibile chiedere informazioni, programmare appuntamenti, conoscere le condizioni meteo o del traffico, accendere la tv, ecc. 

Devo dire che, al contrario dei miei Echo Dot, l’Echo Studio riesce a recepire i comandi anche da metri di distanza e, soprattutto, anche quando sta riproducendo la musica ad alto volume, segno dell’ottima sensibilità del microfono. A proposito di Echo Dot, è possibile collegare all’Echo Studio i due mini speaker di Amazon, anche quando sono posti in ambienti diversi. In questo modo, creando quello che si definisce “gruppo”, è possibile diffondere in tutti gli ambienti lo stesso contenuto musicale/multimediale per una comodità di ascolto senza pari.

Mentre l’Echo Studio mi delizia con la riproduzione della playlist Audio SPaziale HD, riprodotta con una perfetta rappresentazione del palcoscenico sonoro e senza che le varie frequenze “litighino” fra loro, con un basso mai preponderante nei confronti di medi e acuti, sono arrivato alla fine della recensione. Per entrare in possesso dell’Echo Studio, bisogna trasferire nelle tasche di Jeff Bezos la bellezza di 239€. Non è certo una cifra da poco, considerando che fa le stesse cose di un normale Echo Dot ma, ovviamente, le dimensioni e la qualità sono di un altro pianeta. Fino ad oggi il suo prezzo non è mai stato scontato e non sembra che il trend possa cambiare a breve. E poi, in fondo, è sempre meno di quanto costa un certo concorrente californiano, non è vero?

 

Scritto da

Coordinatore Infermieristico per professione... Blogger per passione. Devo aggiungere altro?

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