Amazfit GTR 3 Pro in prova @TheGeekerz
È arrivato in Italia nello scorso mese di Ottobre e, nonostante sia stato già ampiamente recensito, sono molto contento di aver finalmente ricevuto in prova Amazfit GTR 3 Pro.
Amazfit GTR 3 Pro, un bel salto do qualità
Prima, personalissima, impressione: si nota subito il lavoro svolto da Huami per rendere Amazfit GTR 3 Pro elegante e con un certo fascino dal punto di vista del design, ma c’è un però che è necessario sottolineare: la corona girevole che permette di scorrere i vari menu senza dover necessariamente agire sul quadrante. Dal punto di vista della funzionalità è, senza ombra di dubbio, molto comoda ed ergonomicamente perfetta (difficile che scivoli fra le dita, anche quando sono umide o sudate). Dal punto di vista del design, invece (come premesso, secondo la mia opinione) è un po’ un pugno in un occhio. Quella zigrinatura stona decisamente con l’eleganza generale dell’Amazfit GTR 3 Pro e forse, dico forse, si poteva fare qualche sforzo in più per renderla meglio armonizzata con il resto della cassa.
Per completare il discorso design, Amazfit GTR 3 Pro è sicuramente uno smartwatch elegante, che tenta (e ci riesce anche) di assomigliare quanto più possibile ad un classico orologio da polso. La cassa, al contrario di più blasonati concorrenti (mi vengono subito in mente i miei due Fossil Carlyle Gen 5) che utilizzano l’acciaio, è in alluminio anodizzato di un bel colore grigio/nero. Anche le curve della cassa, pur mantenendo la forma tonda, hanno subito un bel lavoro di evoluzione rispetto alle serie precedenti. Potrebbe, a lungo andare, mostrare qualche segno di troppo legato all’usura, ma questo lo scoprirò solo fra qualche mese di utilizzo.
In compenso l’alluminio permette di contenere il peso in soli 32 grammi, grazie anche al cinturino di caucciù di questa specifica versione. In ogni caso è da lodare la scelta di adottare agganci standard da 22 mm, in modo tale da scegliere nell’after-market, il bracciale/cinturino che più ci aggrada (lo vedrei bene con un modello in pelle). Le dimensioni sono quelle classiche dell’orologio da uomo con un diametro della cassa di 46 mm. Spicca il bellissimo display AMOLED da 1,45 pollici con risoluzione 480×480 pixels e densità di 331 ppi. Il vetro è curvo e, secondo la casa, gode di un trattamento repellente che dovrebbe renderlo refrattario alle impronte (in fase di configurazione, tra l’altro insolitamente lunga, non mi è sembrato così efficace). La luminosità massima può arrivare fino a 1000 nits, rendendolo sempre molto ben visibile anche sotto la luce diretta del sole. Vedremo durante le prove che porteranno alla recensione se tale specifica sarà confermata anche durante l’utilizzo quotidiano. Ci sono più di 150 quadranti disponibili nell’applicazione Zepp di gestione, ognuna con la versione AoD dedicata.
Tante, forse persino troppe, le modalità di allenamento che si possono monitorare: sono oltre 150 e comprendono anche attività sedentarie definite “Giochi da tavolo e con le carte” che comprendono dama, scacchi e bridge. Grazie alla resistenza fino a 5 ATM, nessun problema (se non per il tipo di cinturino) ad utilizzare Amazfit GTR 3 Pro anche in acqua. Questo modello, grazie alla presenza di microfono ed altoparlante, permette di rispondere alle chiamate telefoniche a patto che lo smartphone collegato sia nel range permesso dalla connessione Bluetooth 5.0. È presente, inoltre, come sui modelli della serie precedente, il supporto all’assistente vocale Alexa, che può eventualmente funzionare anche off-line.
Per finire il resoconto di questa prima presa di contatto con Amazfit GTR 3 Pro parliamo di autonomia. La batteria da 450 mAh permette, secondo la casa, di arrivare fino a 12 giorni senza necessità di ricarica. Ovvio che utilizzando lo smartwatch al massimo delle sue prestazioni tale valore può scendere addirittura a sole 35 ore quando, ad esempio, si usi in modo continuo il GPS integrato. Di fatto non dovrebbe essere difficile arrivare a 5/7 giorni di autonomia. Il prezzo di listino di Amazfit GTR 3 Pro è di 199,90€ ma, scandagliando con un minimo di pazienza il web, lo si può trovare a qualche decina di Euro in meno. Da domani mattina prenderà il posto del Fossil del mio polso destro, connesso al realme GT NEO 2 che funge da telefono aziendale, iniziando il cammino che terminerà con la recensione.
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