Amazfit Helio Ring, la prova sul campo @TheGeekerz
A distanza di una settimana dal suo arrivo qui @TheGeekerz, ho voluto provare Amazfit Helio Ring sul campo.
Amazfit Helio Ring, promosso a pieni voti
Nonostante lo aspettassi da mesi, confesso che, una volta terminato di configurarlo e indossato Amazfit Helio Ring al dito, mi sono sentito un po’ ridicolo. Le dimensioni sono quelle di un qualsiasi anello da uomo, ma non essendo abituato a portarne, a parte quello classico all’anulare sinistro, subito ho avvertito qualche fastidio. La cosa si è risolta in un paio di ore, anche grazie al peso estremamente ridotto dell’anello, che non arriva a 4 grammi.
Durante tutto il periodo non l’ho mai tolto dal dito, tranne per ricaricarlo e, già che ci siamo, vi dico subito che Amazfit Helio Ring, con tutte le funzioni attivate, mantiene la promessa dei “quasi” quattro giorni pieni di autonomia. In realtà, sono arrivato alla fine del terzo giorno con ancora un 23% di carica residua, come potete vedere dallo screenshot qui sotto, quindi direi che siamo sui livelli garantiti dall’azienda.
I risultati ottenuti, in accoppiata con il mio Amazfit Balance, QUI la mia recensione, diventano molto più precisi, soprattutto quelli relativi ai parametri vitali ed al sonno che, purtroppo, nel mio caso è sempre troppo poco.
I dati dei principali parametri vitali sono molto precisi, avendoli confrontati con i metodi di misurazione professionali della mia Rianimazione, tanto che lo scarto è del tutto trascurabile. Attenzione, non sto dicendo che Amazfit Helio Ring possa sostituire un cardio frequenzimetro o un misuratore della SpO2, ma in ambito sportivo, il target cui è rivolto, è ottimo. Anche gli algoritmi che si occupano del recupero fisico e mentale o quelli che tengono sotto controllo lo stress lavorano in maniera ottimale. Ed anche le soluzioni suggerite per il recupero sono facilmente applicabili.
Ma la prova del nove è stato tenerlo al dito durante una delle mie tante partite di padel. Pensavo che interferisse con l’impugnatura della pala ma, in tutta onestà, non ho provato nessun fastidio. Al polso ho indossato il Balance per monitorare l’allenamento, il padel è uno degli sport che l’azienda ha inserito con i recenti aggiornamenti. La combinazione fra i due ha fornito un’analisi perfetta dei dati raccolti, unendo i valori per permettere una lettura ed una interpretazione migliori.
Amazfit Helio Ring nasce proprio per aiutare gli sportivi professionisti nell’analisi delle prestazioni del loro organismo sotto sforzo ma, come nel mio caso, può essere un valido aiuto anche nella semplice attività sportiva di svago di un sessantenne come me. Avrei voluto provarlo anche durante una partita di calcio ma, essendo io un portiere, indossarlo con i guanti non è possibile, a causa del fastidio che l’anello provoca fra le dita chiuse nelle stecche di protezione tipiche dei guanti da portiere.
Insomma, per quanto mi riguarda, con i limiti di una prova del genere, Amazfit Helio Ring è promosso sul campo (di Padel). Per carità, si può vivere, giocare ed allenarsi anche senza, ma il vantaggio rispetto al classico smartwatch, in termini di portabilità e comodità è assoluto.