Alla ricerca dell’evoluzione della specie
Quello che il mondo della tecnologia mobile sta vivendo sembra essere un periodo di leggero smarrimento, quasi come se si fosse perso l’obbiettivo di questa lunga corsa intrapresa anni orsono.
All’inizio dell’era smartphone, era facile trovare stimoli per incentivare la crescita del settore, i punti da sviluppare e su cui investire erano moltissimi: display, autonomia, applicazioni, feature, fotocamere, sensori… Oggi è diverso, ogni produttore ha la tecnologia e le risorse per inserire all’interno dei propri prodotti qualsiasi cosa voglia, alcuni esempi su tutti: i display curvi di Samsung, quelli 4K di Sony, la doppia fotocamera di Huawei ecc, ecc, ecc.
Quello che sembra mancare ora è uno stimolo vero per la crescita futura; dove guardare, dunque? Su cosa puntare? Forse in questo panorama l’unica ad essere stata lungimirante è Microsoft, con il suo progetto Continuum, perché se da un lato è vero che i terminali mobili marchiati Windows peccano per qualità generale e applicazioni a disposizione, è anche vero che rincorrere i concorrenti sul terreno attualmente battuto sembra avere poco senso, visto che il suddetto sentiero non sembra portare a nessuna autostrada.
L’interazione tra mobilità e comparto desktop potrebbe realmente essere il futuro, portando, soprattutto il settore business, ad un livello superiore. Se bastasse un cavetto (o una connessione bluetooth) per avere il proprio pc ovunque con tutta la potenza del proprio desktop sarebbe fantastico e, in quanto a potenza di calcolo, gli smartphone attuali ne hanno da vendere. Sulla falsariga di Continuum altri progetti sono in cantiere, da Ubuntu a MaruOS, ma tutti sembrano ancora molto indietro dal poter essere utilizzati su larga scala con semplicità e successo.
Rimane purtroppo il fatto che per le grandi case è più difficile investire in software che in hardware, perché porta minori benefici economici, è sempre piratabile e non genera una crescente necessità di essere sostituito. Da questo punto di vista Microsoft potrebbe trovarsi in una posizione dominate, essendo quello software il proprio ambito principale.
Ultimamente persino le fiere internazionali sono diventate piuttosto opache, ogni anno c’è un prodotto di contorno che fa parlare e nasconde (forse) in parte la mancaza di innovazione del resto del settore. C’è stato il momento degli smartwatch, dei fitness tracker, dei droni e quest’anno della realtà virtuale, tutto “companion hardware” dei sempre più opachi dispositivi mobili.
Sarà il mondo desktop a dare nuova vita e nuovo slancio al settore del mobile?