Tribit FlyBuds C1 Pro, la prova del suono @TheGeekerz
Come promesso qualche giorno fa, è arrivato il momento di farvi sapere come suonano gli auricolari Tribit FlyBuds C1 Pro.
Tribit FlyBuds C1 Pro, al centro dello stage
Quando si provano degli auricolari come i FlyBuds C1 Pro di Tribit, è ovvio che chi legge deve fidarsi ciecamente dell’udito del recensore, visto che, almeno per me, è impossibile farvi partecipare in prima persona al test. È anche ovvio che l’ascolto della musica, che non è solo “sentire la musica“, è una sensazione molto personale, che dipende dallo stato d’animo, dal tipo di musica preferita e dall’emozione che la stessa musica ci regala.
Cominciamo con il dire che, una volta trovato il gommino giusto fra i sei paia a disposizione nella confezione, i FlyBuds C1 Pro calzano perfettamente all’orecchio. Me li sono portati in giro in questi giorni di ascolto necessari per far “sciogliere” i componenti interni e, pur non lasciandomi andare a corse sfrenate, non mi hanno creato il minimo fastidio e non sono mai scivolati via dall’orecchio. Oltretutto sono leggerissimi e, dopo un po’, non ci si ricorda neanche più di averli. Come sempre, quando si ha a che fare con auricolari dotati di ANC, l’accorgimento è di calzarli perfettamente per permettere al sistema di lavorare al meglio. In questo caso devo dire che l’isolamento esterno è “quasi” totale ma, per una volta, l’avverbio non ha un’accezione negativa.
Facendo riferimento alla recensione delle Apple AirPods Pro 2 del nostro amico Bruno, ricorderete come nel video ci diceva che si è quasi trovato addosso un motorino per non averlo sentito arrivare, grazie (o per colpa) dell’ANC dei suoi Apple. Ecco, il sistema di soppressione del rumore dei FlyBuds C1 Pro non arriva allo stesso livello, ma lascia percepire quel minimo di ambiente esterno utile a prevenire simili potenziali incidenti. Ottima, invece, la modalità “trasparenza” che, pur lasciando la musica in sottofondo ancora udibile chiaramente, permette di conversare senza problemi. Come riportato nell’articolo di prova, Tribit ha deciso di non utilizzare comandi touch, preferendo un bel tasto fisico su ognuno dei due auricolari. Dire quale soluzione sia migliore dipende molto dai gusti personali; io non ho predilizione specifica per nessuna delle due modalità ma, per dovere di recensore, devo segnalare che, probabilmente, chi avesse le dita più grosse delle mie, potrebbe trovare qualche difficoltà ad individuare il tasto al primo colpo.
Ma dopo tutte queste parole, la cosa più importante è sapere, finalmente, come suonano questi FlyBuds C1 Pro. Suonano maledettamente bene, devo dirvi, soprattutto se calzati correttamente. Inoltre, provando brani di tipo HQ, avrete la sensazione di essere perfettamente al centro della scena. La creazione della curva di equalizzazione personalizzata, di cui vi ho parlato in fase di prova, che per il mio udito tende ad enfatizzare di qualche decibel le note medio/basse, permette di non dover più intervenire sui controlli che, in ogni caso, permettono di scegliere la modalità di ascolto preferita.
Con i brani di cui vi dicevo, la suddivisione dello stage è praticamente perfetta. Sembra di essere seduti proprio di fronte al palcoscenico e l’amalgama fra gli strumenti è tale da permettere un ascolto immersivo e molto emozionante. I tre piani sonori sono perfettamente rispettati e, inaspettatamente, con una definizione della scena (a parità di brani) persino migliore di quella proposta dai Beats Studio Buds provati qualche tempo fa. Sempre in termini di confronto, la riproduzione sonora dei Nothing ear (1) tende a privilegiare la musica pop/elettronica, mentre i FlyBuds C1 Pro, offrono il meglio con la musica classica (ottimi i bassi ed i pieni orchestrali) e rock, meglio se “live”. La voce di Dave Gahan durante l’esecuzione di “Enjoy the Silence” a Berlino arriva alle orecchie come se stesse cantando due passi da noi, ve lo garantisco. Altro punto di forza di questi auricolari è la riproduzione delle voci femminili, colte in tutta la loro estensione senza la minima ombra di distorsione, davvero un risultato notevole. Intendiamoci, non ci sono preclusioni di sorta a qualsiasi altro genere musicale, ma con quelli citati, semplicemente, come si dice, i FlyBuds C1 Pro ci vanno a nozze.
Qualche parola sulla modalità conversazione che, grazie ai sei microfoni in dotazione, permette di sentire ma, soprattutto, farsi sentire dal nostro interlocutore senza il minimo problema, anche in mezzo al caotico traffico torinese. Ho voluto sottoporli anche ad una prova per cui, onestamente, i FlyBuds C1 Pro, come tutti i dispositivi di questo tipo, non sono stati progettati. Utilizzarli sotto il casco per fare una telefonata. Fin quando si sta fermi o si procede a bassa velocità la conversazione è ancora abbastanza chiara. Quando ci si comincia a muovere, il rumore dell’aria rende molto difficile per l’interlocutore capire le nostre parole. La situazione migliora leggermente a casco chiuso ma, in ogni caso, questi auricolari non nascono certo per questo utilizzo.
Prima di chiudere con la relazione sulla “prova d’ascolto“, se così la possiamo definire, due parole sull’autonomia. Pur non essendo specificata la capacità delle batterie, l’autonomia dei miei FlyBuds C1 Pro, dopo una carica completa di case e auricolari, ha ampiamente superato la quindicina di ore e la carica residua, pur con il valore relativo che possiamo attribuire ai led che la segnalano, è ancora a metà. Direi un risultato niente male. Credo abbiate capito che questi Tribit FlyBuds C1 Pro mi sono piaciuti molto e, se avete bisogno di un paio di auricolari che vi permettano di ascoltare musica di qualità, con un ottimo sistema ANC e che, ovviamente, vi lascino parlare al telefono senza problemi, ve li consiglio caldamente. Li trovate su AMAZON oltre che, ovviamente, sul sito di Tribit, oltretutto già scontati per il Black Friday.
Buon ascolto e buona musica a tutt*!